È che la provincia ti obbliga alla felicità. A dimostrare quotidianamente di averla raggiunta.
Se qualcosa in te non si adegua,
diventi subito chiacchiera, e carne da pettegolezzo.
Il mio paese era proprio questo:
una delicata prigione di case bianche quanto i capelli dei suoi abitanti,
precocemente invecchiati dalla monotonia.
Poi è arrivata la città. E ho scoperto che l’indifferenza con cui ti accoglie ha il risvolto positivo di una lussureggiante libertà emotiva. Ho capito, in mezzo a gente estranea, che temiamo e soffriamo tutti per le stesse cose, allo stesso modo, nello stesso silenzio non confessato. Ma i non-sguardi altrui ci confermano che l’infelicità è un male comune, quindi non così grave.
(La vita di mezzo - di Valeria Pomba- Genesi Editrice)
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Poi è arrivata la città. E ho scoperto che l’indifferenza con cui ti accoglie ha il risvolto positivo di una lussureggiante libertà emotiva. Ho capito, in mezzo a gente estranea, che temiamo e soffriamo tutti per le stesse cose, allo stesso modo, nello stesso silenzio non confessato. Ma i non-sguardi altrui ci confermano che l’infelicità è un male comune, quindi non così grave.
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